L’AVVENTURA DEI DIRITTIUMANI

Venerdì 14 ottobre il professor Marcello Ricci, insegnante di storia e filosofia nel liceo scientifico “Galileo Galilei” di Terni, ha  presentato il suo nuovo libro “L’AVVENTURA DEI DIRITTIUMANI”, un saggio dove l’autore, conoscitore esperto di questa materia, illustra il lungo percorso dei diritti, dal cristianesimo ai giorni nostri.  Oggi vorrei soffermarmi sul diritto dei migranti, riportando qui alcuni degli articoli più importanti.

La Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famigliedel 1990, recita così nei numerosi articoli:

Art.11- Nessun Lavoratore migrante o membro della sua famiglia può essere tenuto in schiavitù o servitù.

Art.12- I lavoratori migranti e i membri delle loro famiglie hanno diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

Art.13-I lavoratori migranti e le loro famiglie non possono essere molestati per le loro opinioni.

Art.16-  I lavoratori migranti e i membri della loro famiglia hanno diritto alla libertà e alla sicurezza delle loro persone.

Art.18- I lavoratori migranti e i membri delle loro famiglie hanno gli stessi diritti dei cittadini dello Stato considerato dinanzi ai tribunali.

Il brano che segue ha introdotto la conferenza e ha  emozionato  e commosso i presenti.

Solo andata

Da giorni prima di vederlo il mare era un odore
Un sudore salato, ognuno immaginava di che forma .
Sarà una mezza luna coricata, sarà come il tappeto di preghiera,
sarà come i capelli di mia madre.
Beviamo sulla spiaggia il tè dei berberi,
cuciniamo le uova rubate a uccelli bianchi.
Pescatori ci offrono pesci luminosi,
succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti.
L’anziano accanto al fuoco tratta con i mercanti
Il prezzo per salire sul mare di nessuno.
Notte di pazienza, il mare viaggia verso di noi,
all’alba l’orizzonte affonda nella tasca delle onde.
Nel mucchio nostro con le donne in mezzo
Un bambino muore in braccio alla madre.
Sia la migliore sorte, una fine da grembo,
lo calano alle onde, un canto a bassa voce.
Il mare avvolge in un rotolo di schiuma
La foglia caduta dall’albero degli uomini.
Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima,
quale posto lasciato alle spalle.

Mi giro di schiena, questo è tutto l’indietro che mi resta,
si offendono, per loro non è la seconda faccia.
Noi onoriamo la nuca, da dove si precipita il futuro
che non sta davanti, ma arriva da dietro e scavalca.
Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo.
Nemmeno gli assassini ci rivogliono.
Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,
non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso.
La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria è una barca, un guscio aperto.
Potete respingere, non riportare indietro,
è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.
Faremmo i servi, i figli che non fate,
nostre vite saranno i vostri libri d’avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,
l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso.

(canto di immigrati sui barconi della speranza ) di Erri De Luca

A tutti gli amici che hanno lasciato commenti bellissimi, voglio proporre il trailer del corto di Erri De Luca “Di là dal vetro”


Questa voce è stata pubblicata in Politica, Quisquiglie e Pinzillacchere. Contrassegna il permalink.

40 risposte a L’AVVENTURA DEI DIRITTIUMANI

  1. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: FABRIZIO E IL PRETE: “IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA”(Quattordicesima Parte)

  2. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: ANARCHIA SÌ VIOLENZA NO (Tredicesima Parte)

  3. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: CONTRO LA DROGA E CONTRO IL PROIBIZIONISMO (Undicesima Parte)

  4. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO:EDUCARE “ON THE ROAD” (Decima Parte)

  5. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: PRETE LAICO (Seconda Parte)

  6. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: IL PARTIGIANO DEL VANGELO E DELLA COSTITUZIONE (Sesta Parte)

  7. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: PRETE LAICO (Terza Parte)

  8. Pingback: La Terra di Nessuno… » DON GALLO: PRETE LAICO (Prima Parte)

  9. ili6 ha detto:

    Che dire?. Le parole di Erri De Luca commuovono e fanno scorrere brividi lungo la schiena. Il post di Lucia e i bei commenti hanno già detto tanto e tutto l’importante e nobile che c’era da dire.
    Da donna del sud, di quel sud tanto amato da alcuni, sopportato da molti, detestato da altri, vorrei solo aggiungere che non c’è diritto più forte e più importante di quello di poter vivere con serenità e dignità nella propria terra d’origine. L’andar via dovrebbe essere una scelta e non una costrizione. E per questo tutti dovremmo agire e lavorare, tutti, memori del passato, vivi del presente e forti nel futuro.
    Affettuosamente,
    Marirò

  10. Angela ha detto:

    Cara Lucia questo libro apre a molti dibattitti e lo dimostrano tutti i commenti che hai ricevuto, purtroppo quando la povertà tocca nuove famiglie italiane erroneamente si vedono gli immigrati come degli irresponsabili scocciatori (non parlo di quelli integrati da generazioni) che creano ulteriore povertà alla nostra nazione. Molti di noi dicono come possiamo aiutarli se anche noi abbiamo bisogno di aiuto? Allora entra in gioco lo sfruttamento e il ricatto di queste persone proponendo lavori sottopagati in situazioni che nessuno di noi accetterebbe volentieri. Si perde di vista la coscienza umana e la ricerca del rispetto dei diritti di ogni uomo alla decorosa sopravvivenza. Non dimentichiamo che anche noi siamo stati costretti ad emigrare e le nostre braccia hanno costituito fonte di crescita e di ricchezza per le nazioni che ci ospitavano e così potrebbe essere per l’Italia ma aggiungendo un SE. SE avessimo l’intelligenza e la capacità di gestire meglio queste persone che arrivano e SE fossimo supportati in questo dagli stati che hanno già “somatizzato” e gestito questo fenomeno prima di noi. Poi quà il discorso si trasforma perchè entra in gioco la classe politica che andrebbe rinnovata. Tutti passaggi da non sottovalutare perchè se chi ci governa non ha rispetto per il futuro degli italiani figuriamoci se ne ha per chi è immigrato…… Un bacio Lucia e ancora una volta non posso che ringraziarti per avermi dato la possibilità di aprirmi a un confronto.

    • luciabaciocchi ha detto:

      Sono gratifica e a volte commossa, nel leggere i commenti lasciati qui dai miei amici, tutti alla ricerca del BELLO, inteso come ricerca e rispetto di valori morali, oggi sempre meno rispettati.
      Ti ringrazio di cuore 🙂

  11. Giulio Salvatori ha detto:

    Un filmato penetrante.Dialoghi sul passato,sguardi sospesi nel vuoto densi di letture ci invitano a riflettere.La mente dell’uomo è come una spugna impregnata d’inchiostro indelebile.Le ferite, anche se guariscono lasciano per sempre la cicatrice .

  12. luciabaciocchi ha detto:

    Ho aggiunto il corto di Erri, per maggiore comprensione ecco la storia narrata:
    “Una notte in una casa di campagna un uomo si risveglia al suono di una sirena di allarme aereo.
    L’ha già sentita a Belgrado nella primavera del ’99, quando la città era bombardata dagli aerei partiti dall’Italia.
    Anche sua madre conosce la stessa sirena, che precedeva i bombardamenti su Napoli.
    Quella notte intorno al tavolo della cucina loro due si ritrovano a parlare di uova al tegamino e di guerre, di un cuore malandato e di un diario di viaggio con la copertina rossa.
    E’ una notte d’insonnia e d’intesa.
    Nell’alba seguente un vetro è sufficiente a separarli”. Erri De Luca

  13. SETTIMIA ha detto:

    Sono anche io, come alcuni amici del blog, indignata. Indignata diversamente, perché spesso manchiamo di senso del concreto per ciò che riguarda l’emigrazione.
    Sono certa che ogni essere umano con un cuore e un cervello vorrebbe aiutare chi ha bisogno; purtroppo ciò è possibile entro determinati limiti.
    Disciplinare i flussi mi sembra logico, perché regolamentare è più concreto e utile di chi propende per una immigrazione senza limiti.
    Quando s’invita qualcuno a casa propria, si vorrebbe dargli, se non il meglio, almeno il necessario per ospitarli dignitosamente. Far venire incondizionatamente tutti, se mancano le condizioni di lavoro per tutti e una struttura adeguata per accoglierli, significa far vivere le persone senza dignità e, nel peggiore dei casi, farli precipitare nella delinquenza.

    Mio padre è stato un emigrante: è andato a lavorare all’estero (Francia, Belgio), con regolare contratto, non come “clandestino”. Ero allora una bambina, ma capivo il disagio di chi era costretto a vivere fuori dalla sua terra e dagli affetti della sua famiglia. Mio padre però viveva dignitosamente, giacché aveva a disposizione una casa dove abitare e un lavoro certo. Guadagnava onestamente e faticosamente il necessario per sostenere la famiglia lontana, lavorando in agricoltura o nelle miniere.
    L’immigrazione senza regole, invece, accresce le difficoltà dei paesi ospitanti e rende alcuni quartieri delle nostre città invivibili. Magari potessimo accogliere tutti, ma l’Italia non è com’era l’America nel passato, cioè un paese in grado di assorbire immigrati (purtroppo a scapito della popolazione autoctona). Forse dovremmo far di più per aiutare le persone nei loro paesi, in modo da non sradicarli dalle loro radici culturali e sociali.

    Quanto alla “Convenzione” sulla protezione dei diritti degli emigranti, invito a leggere anche i commi 13 e 14 del “Preambolo” e gli articoli: 5, 34, 35, 36, 67, 68, 69, 79, circa i casi di immigrazioni irregolari e di migranti senza documenti.

    Cordialmente,
    SETTIMIA

    • luciabaciocchi ha detto:

      Settimia, amica d’infanzia, torno da poco da Montefalco e trovo il tuo commento, mi riporti indietro negli anni, quando le nostre famiglie, con sacrificio e tanta buona volontà, assicuravano a noi figli un futuro migliore del loro. Non conoscevo la storia di tuo padre, lo ricordo sempre al lavoro e dedito alla famiglia, un esempio di gente semplice ma con tanti valori dentro. Oggi a Montefalco ho visto un paesaggio splendido, le vigne hanno assunto un colore rosso sfumato che nessun pittore saprebbe riprodurre, gli ulivi sono carichi dei loro frutti e sono tutti impegnati nella raccolta, un momento magico e sacro per la nostra terra umbra.
      Ti saluto caramente 🙂

  14. franco muzzioli ha detto:

    ….”noi siamo solo andata”……quale disperazione può esserci per chi non può tornare!
    Erri De Luca con estrema sensibilità ed arte racconta con struggimento questa tragedia.
    …”un bambino muore in braccio alla mamma, sia la migliore sorte ,una fine da grembo..”……dopo queste parole come può non scaturire un ..no ..assoluto, ..un …no …scandalizzato…un ..no….che non può accetare queste tragedie.
    Gli art. 11-12-13-16-18 …..sono talmente ovvi che non valgono un commento.
    Sì caro Giulio ..forse in questa “stanza” ci sono “cuori tesi al bello”, ma non basta ..come dice Lorenzo, dobbiamo agire, agire ed agire.

    • luciabaciocchi ha detto:

      Franco hai ragione, l’impegno personale in primo piano in tutte le battaglie per il rispetto dei valori fondamentali, anche se possiamo far poco e importante dare il nostro contributo, l’apatia e l’indifferenza sono il male peggiore.
      Con amicizia 🙂

  15. semplice1 ha detto:

    Bellissimo post!! Magnifico Erri De Luca!
    Tema molto caro anche per me.. Umanità in transumanza..umanità a cui non si riconosce la dignità di umanità. Sono arrabbiatissima, mi indigno e aggredirei come una belva…il mondo, ancora una volta, sta a guardare come spettatore passivo!! Aspetta cosa? E, qui ritorna il mio vecchio e immutabile pensiero di quanto sia orrenda la concezione di non sentirsi simili, non sentirsi un’unica umanità, perché se così fosse, il problema del singolo troverebbe soluzione negli altri.Ritornando ai giorni d’oggi, io ci leggo un disegno perverso, la lega ha ostacolato da sempre le migrazioni ( vai a capire perché poi, io ho vissuto in Veneto per anni, e se non ci fossero stati gli immigrati molte fabbriche potevano chiudere per mancanza di manodopera, forse dimenticano che siamo uno stato che diventa sempre più vecchio con natalità irrisoria) paventando il pericolo delle invasioni e gettando lo spauracchio dell’uomo nero. Questa logica ( che mi ricorda altre tristi storie di concetti di razza pura) è stata caldeggiata e appoggiata dalle scelte politiche dell’attuale governo per averne in cambio sostegno e numeri. Non si fa nulla, non si da la possibilità a questi poveri cristi di allontanarsi in altri stati europei ne si distribuiscono in tutto il territorio italiano; è una manovra speculare, artificiosamente messa in atto per sfruttare la miseria altrui a proprio tornaconto, E’ stata una litania dall’inizio delle rivolte in Nord Africa, la sola preoccupazione dei ministri Maroni e Frattini, chiedere soldi, soldi all’Europa per le invasioni dei clandestini quando ancora non era problema ma solo allarmismo… un correre al lupo al lupo con i risultati che questa strategia di solito ha. E’ solo casualità quella che decide se uno nasce in Italia o in Uganda, in America o in Papuasia, e in nome di questa casualità diventiamo padroni o prigionieri.
    Ti abbraccio, e non tacciarmi di utopia… ma sarebbe bello se il suolo del pianeta terra appartenesse a tutta l’umanità senza steccati, barriere, muri o recensioni…Ci sentiamo padroni di una terra, ma padroni non lo siamo mai…noi siamo solo usufruttuari. Il cielo, i mari, le montagne, la terra, gli alberi….non sono mai veramente nostri.

    Che tristezza!

    • luciabaciocchi ha detto:

      Vera hai scritto, come sei solita fare, pensieri bellissimi che tutti noi condividiamo e apprezziamo. Mi commuove in questo momento l’ultima frase del tuo commento, di fronte all’imane tragedia della Liguria, le tue parole sono un monito per tutti noi, che abbiamo in affido la natura e abbiamo il compito di conservarla per lasciarla ai nostri figli.
      Un abbraccio 🙂
      .

  16. lucianaele ha detto:

    Mi piace molto Erri De Luca e questi versi sono commoventi……
    Bellissimo post.
    Ti auguro una buona giornata e un buon week-end,
    Luciana

  17. sonoqui ha detto:

    Buongiorno Lucia, sempre attuali e belli i Tuoi post.
    Questi versi toccanti e crudi sono incancellabili.
    Grazie mille
    Gina

  18. Giulio Salvatori ha detto:

    Leggendo la -Lezione di Vita- di E. de Luca, ho pensato che l’Unica legge, l’Unico articolo, L’unico richiamo…dovrebbe essere questo:- Esiste L’uomo? E se questo uomo è figlio di Dio, vien da se che tutti, tutti siamo fratelli. Almeno nella sostanza utopistica dovrebbe essere così.O perlomeno rispettare un Comandamento fondamentale :- dai da mangiare agli affamati. Ma, come semplice musicista mi viene alla mente una canzone di Mina :- Parole, parole, parole.- Tante bellissime parole scritte e firmate da molte Nazioni che poi, di fatto , girano le spalle. Basti vedere Lampedusa.l’Italia lasciata sola a gestire una situazione insostenibile. Il fatto che persone di animo nobile, come sono nel salotto di Lucia, ne parlino e ne discutono, è già positivo. Ho la sensazione che i nostri cuori siano tesi al bello.Se vi par poco. Il solito maledetto toscano

    • luciabaciocchi ha detto:

      Giulio, come ha già detto Lorenzo, ci riporta alla realtà, difficile attuare quello che le Convenzioni scrivono, la relatà lo dimostra ogni giorno. E’ bello leggere i vostri pensieri, tutti concordi, basta ascoltare il cuore e poi il resto va da se…
      Con amicizia 🙂

  19. fausta68 ha detto:

    Da leggere e rileggere….commenti compresi!!!
    Un caro saluto!

  20. girasole ha detto:

    Purtroppo gli uomini hanno bisogno di leggi scritte anche per sancire concetti che dovrebbero essere naturali. Non solo ma spesso anche queste non bastano perchè il più delle volte rimangono parole vuote che riempiono fogli di carta e lavano le coscienze. Le parole non bastano non si posano sulla solida base della volontà e della consapevolezza, cose di cui oggi i nostri governi sembrano mancare. Bellissimi i versi di Erri de Luca che meglio delle fredde e razionali parole delle leggi (indispensabili anche quelle certamente) riescono a smuovere l’alone emotivo e a scuotere maggiormente le coscienze di tutti noi. Belli perchè riescono a farci vedere quelle persone a farci sentire il loro intimo e farceli vedere come persone reali con una storia, con le loro difficoltà vere, con le loro speranze e con i loro drammi. Cose che dovremmo conoscere perchè le abbiamo vissute, ma che non vogliamo forse ricordare perchè è molto più comodo così.
    Io non so fare grandi discorsi, ti lascio questa mia piccola cosa scritta tempo fa perchè sento spesso tanta vergogna…e non riconosco più la mia terra…
    Un abbraccio

    Terra mia

    Come ritroverò
    i tuoi dettagli?

    La semplicità dei gesti
    protesi al sudore di giorni
    lontani

    quando al di là del mare
    i tuoi passi pesavano
    d’antico dolore.

    Dove ritroverò
    il senso della pietà?

    © Patrizia.M.

    • luciabaciocchi ha detto:

      Anch’io amo e mi commonuovo di fronte alla poesia, riesce ad arrivare dove mille leggi scritte non giungeranno mai, perchè parlano direttamente al cuore. Grazie per i tuoi versi!
      Un saluto affettuoso 🙂

  21. scanazzatu ha detto:

    Siamo alle solite, bisogna mettere per iscritto o fare leggi per quello che dovrebbe essere invece il normale sentire. Il rispetto dei diritti umani va a prescindere, si può essere migrante, o appartenere a razze diverse, senza dover per forza ricordare con leggi che siamo tutti uguali, che il rispetto e l’uguaglianza non devono essere stupidi articoli di una legge.
    In fondo, anche noi siamo stati migranti, ma a quanto pare abbiamo una memoria molto corta.
    Bellissimi i versi di Erri De Luca, scrittore che apprezzo molto, e sinceramente hanno fatto centro nel mio cuore.
    Vorrei ricordare un mio pensiero, scritto tempo fa, non certo per fare un paragone, sarebbe assurdo semplicemente pensarlo, ma esprime in parte qualcosa che è in me.
    Speranza

    Bagliori accecanti,
    nel profondo buio,
    odor di tempesta,
    profuma la notte,
    sapore del sale,
    che prende la gola.
    Uomo di mare,
    di certo non sono,
    ma cerco la stella,
    che faccia da guida,
    alla speranza,
    al nostro futuro.
    Il mare certo
    non ha compassione,
    ma più forte ancora
    è la disperazione,
    che spinge a vincere
    ogni paura.
    In questo viaggio
    verso la vita
    inseguo forse
    una vana chimera,
    lasciando alle spalle,
    le mie radici.

    Bellissimo post.
    Un abbraccio.
    Nino

  22. Vito M.Vito M. ha detto:

    Ciao, il canto degli immigrati è splendido e non ti nascondo nel leggerlo ho cercato di immedesimarmi in coloro che lo cantano e mi è salita un pochino di commozione.
    Per quanto riguarda gli articoli della convenzione internazionale, chiaramente d’accordo, non dimenticandoci però che in ogni articolo dev’essere sottintesa la frase: “Purchè non in contrasto con le leggi del paese in cui si trova un emigrante”.
    Credo comunque che un po d’amore in più non guasterebbe anche perchè moltissimi nostri avi, sono stati a loro volta emigranti.
    Ti auguro una buona giornata, con amicizia, Vito

  23. Lorenzo D'Agata ha detto:

    Cara Lucia,
    ti scrivo in forma di lettera rispondendo solo in parte al tuo bellissimo post. Sono imbarazzato nello scindere la risposta in due parti.
    La prima parte riguarda, come è giusto, il piano delle idealità. Su questo piano non ci piove. Diritti umani sopra tutto e guai a chi li mette in dubbio, contrastandoli o contraddicendoli del tutto. Verrebbe da dire che chi non li realizza dovrebbe essere messo al bando del consesso umano, trascinato di fronte all’apposito tribunale e condannato severamente.
    La seconda parte riguarda il piano della concretezza degli interessi e delle problematiche dei diversi paesi della terra. Qui non possiamo essere troppo recisi e ardimentosi. Non possiamo sbandierare accuse contro questo o quell’altro. Dobbiamo pazientemente cercare e trovare soluzioni acché il tema dei diritti umani rivesta importanza e venga messo all’odg delle misure possibili da intraprendere su scala mondiale.
    Ecco, io la vedo così. Guai se il mondo delle idealità e quello della realtà cozzassero fra loro. Si correrebbe il rischio, anzi si determinerebbe la certezza, di una prevalenza del concreto con l’ideale relegato nel mondo dell’irreale.
    Come vedi, Lucia, non ci salviamo l’anima affermando principi, così come non ce la salviamo dimenticandoci di essi. Dobbiamo agire, agire ed agire, felici dei risultati pur parziali raggiunti e pronti a scalare graduali ulteriori gradini.
    Ti ringrazio dell’attenzione e ti saluto con amicizia.
    Lorenzo

    • luciabaciocchi ha detto:

      Ringrazio Lorenzo che ci riporta, come è solito fare, alla concretezza del problema, gisuto affermare che la realtà e l’idealità, spesso in contaddizione tra loro, devono trovare la giusta soluzione. Mi piace segnalare uno scritto,in merito ai DIRITTI, che tempo fa Lorenzo mi ha inviato.
      https://luciabaciocchi.files.wordpress.com/2011/10/diritti-e-realtc3a0.doc
      Con amicizia
      Lucia

      • Lorenzo D'Agata ha detto:

        Grazie, Lucia. Come sai, e come tutti i miei amici sanno, ho un vero terrore della incomunicabilità, un terreno in cui ognuno dice la sua e si disinteressa di ciò che dice un altro. Tanto più in un ambito economico e sociale. In cui è essenziale trovare soluzioni e non rimanere vincolati ai principi.

  24. pierperrone ha detto:

    Lucia, bellissimo post!
    E’ meraviglioso Erri e tu che l’hai scelto mi hai fatto un regalo davvero meraviglioso!
    Il tema, lo sai, sulla repubblica indipendente, mi appassiona da tanto. So che è un modo strano di dire. Pare come il tifo del calcio.
    Piange il cuore, dovrei dire meglio così.
    Meglio ancora lo dicono i versi di Erri De Luca.

    Ti giro, a proprosito di diritti che è un’utopia ancora sognare realizzati, un’altra versione del mio sogno utopico di diritti di prossima generazione.
    Mi dici, mi dite, se è proprio una sciocchezza sperare in qualcosa del genere?

    UTOPIA

    Un caro saluto
    Piero

    • luciabaciocchi ha detto:

      Grazie Piero, mi fa piacere constatare che spesso trattiamo gli stessi argomenti, ho letto l’articolo nel tuo blog, come sempre hai fatto una lettura personale e bella da seguire, voglio elencare i tre principi che inspirano la tua COSTITUZIONE UNIVERSALE DELL’UTOPIA:
      1. La Fonte della Vita.
      2. La Pianta della Fertilità.
      3. L’Albero della Conoscenza.

      Un saluto affettuoso

Scrivi una risposta a lucianaele Cancella risposta